Quel che vedo


Giornata umida,nuvole accavallate,odori e visioni metropolitane.
Il bello,il gusto,i simboli mercenari del benessere quasi riescono a sopprimere
e ad occultare i dettagli di una sofferenza che marginalmente occupa tutto lo sfondo necessario.
Gli occhi evitano d'istinto tutto ciò che rimane difficile da accettare,tutto ciò che da fastidio,ma la prima immagine perseguita,in semicerchi di pensieri contrapposti,di schifo e compassione,di azione e inazione,che colpiscono,che comunque stordiscono.
E per fortuna le cose cambiano,le gioie non sono mai proporzionali ai dolori,i monumenti cadono,il futuro si erige sopra le macerie di un passato che non si può dimenticare,il futuro che prospera sugli errori,grazie ad essi,che ci servono,ci insegnano,ma mai abbastanza.
Ridere,piangere e tornare a ridere in poche ore con sincerità e altrettanta incredulità,domande violente che si incuneano nei soliti spazi in celle di clonazione.
Stati d'animo occasionali,affitti in aumento,intemperie improvvise che logorano strade e direzioni nitide e sicure,rifugi e desideri di liberazione,tempi estenuanti e bugie omicide per non morire.
Credenze popolari,umili cerimonie fastose,matrimoni,funerali,finte o vere invenzioni che hanno solo una parola che convince,produce e alimenta il senso:fede.
Se c'è un senso cosa manca?
Inequivocabili singhiozzi notturni,facce gonfie,di giovani,di vecchi,di noi,di dolore,di lacrime,di droga,di puttanate,di logorii temporali che lentamente uccidono.
Mi sono riconosciuto,come non ero mai riuscito a vedermi,in quelle sale vuote e colme insieme,coi vetri blu e rossi,che trasparivano tutto il contorno di un viaggio frenetico ed entusiasmante,mentre mi tiravi verso i car crash ripetuti,tanto eccitata da contagio.
Una testa di pagliaccio,che maschera tristezza.
Rendersene conto fa quasi sorridere.

Poised