Il crepitio della tua parvenza accresce lo stupore
che cosa ti condanna?
La pazienza è il tuo dolore?
Tua madre sorride scorrendo le fotografie
ma non sono i bei ricordi che le paralizzano il viso
rimpianti e rimorsi di una coscienza pulita
che con i coltelli in mano i fiori hanno reciso
Con la gioia in polvere comprata in erboristeria
riesci a stento ad contenere la ferita
ma non trascurare la tua pelle morta
che la salvezza non è mai garantita
Non potrai mai addentrarti nei sospiri
se l'immobilità ti trasforma in parassita
La mediocrità come burocrazia
il linguaggio ti trafora e non te ne accorgi
applaudendo l'ovvio io non ti sfido
io non ti vedo ma soltanto diffido
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